In Via Crescenzio 99 a Roma, venerdì 12 gennaio si è tenuto il primo appuntamento del nuovo anno con Questioni di pelle. Si tratta di incontri mensili con l’Associazione DermArt, che ci aiutano ad approfondire e conoscere tematiche legate alle relazioni tra dermatologia ed arte.
L’argomento discusso lo scorso 12 gennaio, era focalizzato sulle unghie, argomento che sta a cuore a molte donzelle (ma non solo!).
Ma perché sono state prese in analisi proprio le unghie?
Questi annessi cutanei risentono immediatamente del nostro stato di salute, avvertendoci tramite malattie cutanee.
E’ un dato ormai certo che le unghie nel corso della loro evoluzione hanno perso un po’ il loro significato “salutare”, ed adottato sempre più una funzione quasi solo estetica, con smalti, decorazioni e trattamenti per allungarle, accorciarle, addobbarle, insomma: chi più ne ha, più ne metta.
Ad accompagnare gli ospiti in questo incontro, due personalità esperte del campo: il dermatologo Massimo Papi, e ovviamente uno storico dell’arte: Vittorio De Bonis.
“Arte e Scienza Dermatologica s’incontrano nel più originale dei connubi: le parole che mancano nei capolavori pittorici sono evocate dai gesti e dalle pose delle mani dei protagonisti, più eloquenti d’ogni affermazione, ed a partire dal Seicento artisti votati al vero come Caravaggio fanno delle mani e delle unghie di martiri e sante un nuovo linguaggio”. Ci spiega Vittorio De Bonis.
E continua: “Quelle unghie sporche e terrose, umili ed autentiche, dove è possibile riscontrare affezioni e patologie, diventano il richiamo alla verità ad ogni costo senza retorica e senza distacco, fino ad arrivare alle unghie laccate delle pin up di Tom Wesselman, immagine polemica d’un mondo dominato dall’immagine e dagli stereotipi”.
Insomma, un argomento, quello delle unghie che forse al giorno d’oggi potrà risultare troppo “chiacchierato”, ma unito a due fronti “insoliti”, non può che affascinare.
L'articolo Le unghie nell’arte: impossibile? No, dermatologicamente testato proviene da Fashion News Magazine.